2025TRA SFIDE E GIOIE: ACCANTO A CHI SOSTIENE I MALATI

Il percorso di chi offre sostegno ai malati è costellato da una serie di sfide e difficoltà, ma è anche arricchito da momenti di gioia e gratificazione profonda.

 Le difficoltà possono manifestarsi in vari modi: la gestione dell’ansia e del dolore dei malati, l’inevitabile confronto con la sofferenza e, talvolta, la perdita. Sicuramente queste esperienze possono pesare emotivamente, generando un senso di impotenza e frustrazione. Inoltre, il sostegno ai malati richiede spesso tempo, pazienza e una grande capacità di ascolto, elementi che possono essere difficili da mantenere nel lungo periodo.

Tuttavia, accanto a queste sfide, ci sono anche molte gioie. Ogni piccolo progresso del malato, ogni sorriso che riesci a strappare, ogni parola di gratitudine possono rappresentare una fonte di grande soddisfazione. Il sostegno che si offre può trasformarsi in un legame profondo, in cui la condivisione di esperienze e sentimenti arricchisce sia il malato che chi lo assiste. La possibilità di vedere la “voglia di vivere” in azione e di contribuire, anche in minima parte, al miglioramento della qualità della vita di una persona è un’esperienza inestimabile.

 La testimonianza di una giovane ragazza affetta da una malattia degenerativa, che ha dichiarato: «Ringrazio il Signore per questa malattia, perché in queste condizioni di immobilità ho scoperto il vero significato della mia vita…», offre un’intensa opportunità di riflessione sul valore della sofferenza e sulla resilienza umana.

 La sua espressione di gratitudine nei confronti della malattia rappresenta un esempio straordinario di come, anche nelle situazioni più avverse, si possa trovare un significato profondo in ciò che si vive.

 In questo contesto, è possibile incontrare persone che riscoprono la fede dopo anni di lontananza da Dio, o coppie in crisi che riescono a riconciliarsi, scoprendo, attraverso la prova della malattia, che il vero amore va oltre un semplice sentimento: si tratta di una donazione totale e incondizionata al partner malato.

Raramente si osserva disperazione, più frequentemente si assiste a una forma di accettazione rassegnata. Tuttavia, non mancano coloro che, esausti dalla sofferenza, esprimono il desiderio di abbandonare questa vita.

 È anche vero che l’atto di prendersi cura degli altri può portare a una maggiore consapevolezza e crescita personale. Spesso chi offre sostegno scopre nuove risorse in se stesso e sviluppa un’empatia che arricchisce la propria vita e le proprie relazioni; in questo percorso, per quanto spesso difficile e costellato di ostacoli, è possibile scoprire momenti gioiosi che danno significato alla vita e senso a ogni nostra azione. In questo modo, la difficoltà si trasforma in un’opportunità di crescita e di arricchimento, è questo equilibrio tra difficoltà e gioie che rende l’esperienza di offrire sostegno così complessa e così meravigliosa.

 Con un pensiero profondo, Blaise Pascal, scienziato e filosofo francese vissuto nel 1600, descrive l’agonia di Gesù nel Getsemani e ci esorta a non rimanere indifferenti di fronte alla sofferenza e al dolore umano: «Gesù cerca qualche consolazione almeno nei suoi tre più cari amici, ed essi dormono: li prega di restare un poco con lui ed essi lo abbandonano con una completa negligenza, avendo così poca compassione da non tralasciare neanche per un momento di dormire. Soffre questa pena e questo abbandono nell’orrore della notte. Gesù cerca conforto e compagnia da parte degli uomini. Ma non ne riceve perché i suoi discepoli dormono. Gesù sarà in agonia fino alla fine del mondo, non bisogna dormire fino a quel momento».

Marco Bracco

Volontario AVAPO Mestre

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