2025FUMO ALCOL SCUOLA

Ufficio di Presidenza. Secondo cassetto a sinistra. Lo apro e sorrido: ci sono sei dispositivi per sigaretta elettronica di diverse fogge e colori, nero, verde malva, azzurro metallizzato, fucsia, grigio perla. Sono il bottino dei docenti, “svapo” e “iqos” requisiti ai ragazzi durante le ricreazioni e consegnati a me insieme ai loro fruitori.

Fase uno: nota disciplinare (“Lo studente è stato sorpreso con una sigaretta durante il secondo intervallo. Si ricorda che è vietato fumare sia nei locali interni sia nei cortili della scuola e che chiunque violi il divieto di fumo è soggetto alle sanzioni amministrative pecuniarie di cui all’articolo 7 della legge 11 novembre 1975, n. 584, e successive modificazioni”).

Fase due: paternale sull’importanza del rispetto delle regole e di se stessi.

Fase tre: telefonata a uno dei genitori, il tono della quale varia in base all’età del discente.

Fase quattro: commiato.

Gli svapo sono rimasti nel cassetto e nessuno è venuto più a reclamarli.

Completo il quadro confessando che nascosta dietro i manuali di legislazione scolastica è possibile trovare anche una bottiglia di vodka ancora sigillata, Wodka Gorbatschow per l’esattezza (non Michail, ma Lev), datato souvenir di un viaggio di istruzione delle classi quinte.

La Scuola, ogni anno, investe ingenti risorse umane e finanziarie per attività di prevenzione e contrasto all’uso di sostanze alcoliche e al tabagismo. Abbiamo numerosi “progetti di educazione alla salute”. Sono inseriti nel piano triennale dell’offerta formativa, obbligatorio per ogni istituto. Vengono programmate attività pensate proprio per gli studenti e si organizzano anche incontri pomeridiani dedicati ai loro genitori: esperti esterni, docenti, psicologi, Polizia di Stato, Carabinieri, testimonianze, studi di caso

La realizzazione di uno “Spazio Ascolto”, gestito da personale esterno, va nella stessa direzione: è un servizio di promozione della salute intesa come benessere a tutto tondo, benessere fisico, psicologico, socio-relazionale, sempre con obiettivi di prevenzione del disagio e della devianza.

 Tanto. Davvero. Ma è sufficiente? Evidentemente no, se la mia raccolta di e-cig è in aumento. Certamente no, se il servizio di “vigilanza” rientra tra i nostri compiti. Assolutamente no, se le stime più recenti riportano che il 25% degli incidenti per i giovani compresi tra i 18 e i 24 anni sono attribuibili ad alcol.

Nel tentativo di alleggerire il senso di colpa mi dico che, insieme alla famiglia, siamo un’efficace agenzia di formazione ed educazione, ma non siamo l’unica. In verità, però, l’attenzione e l’affetto che nutriamo per i nostri alunni ci fa sentire, a volte, inadeguati.

Soluzioni?

 Non ne ho. Mi rincuora il fatto che molti studenti ritornano a salutare i docenti, i collaboratori, spesso anche il dirigente scolastico. E li vedi grandi, soddisfatti, realizzati, con le idee chiare. E mi rendo conto che la soluzione sta nel lungo tempo. Verrà dopo. O almeno lo spero.

Michela Michieletto

 Preside dell’istituto Bruno Franchetti

 

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