2025GIOVANI CHE PARLANO DI VOLONTARIATO AD ALTRI GIOVANI

Cosa ti ha spinto a intraprendere l’esperienza di volontariato in Avapo?

Il desiderio di capire come noi ragazzi possiamo aiutare gli altri. Sentivo che in AVAPO avrei trovato persone che condividono il senso di utilità che si prova quando ci si impegna ad aiutare chi ha bisogno di essere supportato nella fragilità, riempiendo lo spazio vuoto nell’altro che a sua volta riempirà il mio. Le tante attività dell’Associazione, come quella rivolta al mio Istituto Tecnico, mi hanno permesso di entrare in contatto con aspetti della realtà che i ragazzi non sempre conoscono.

Quali attività hai svolto?

Attività per il riordino del garage, in cui ho esercitato capacità di progettazione e organizzazione e l’elaborazione di cartelloni del concorso Inno per Avapo, inoltre ho aiutato nell’allestimento della Mostra “Note dal cuore”.

I miei compagni penseranno che non sono attività strabilianti, ma in questa associazione è importante che ognuno faccia una piccola cosa utile donando un po’ del proprio tempo libero e un po’ di cuore.

Ti sei sentito a tuo agio in questo “nuovo ruolo”?

Sono uscito dalla mia zona di “confort”, rispettando orari e consegne. Mi sono dovuto abituare al nuovo ritmo impegnandomi poco dopo essere uscito da scuola; l’ho superato sentendo che ero utile ai volontari e alle persone fragili che Avapo supporta. I volontari hanno fatto sentire me e gli altri ragazzi a proprio agio. Con parole gentili hanno evidenziato i nostri aspetti positivi, spesso nascosti dentro di noi: fare squadra con gli altri ragazzi ed aprirsi con empatia al prossimo è un bel risultato.

Hai scoperto qualità o abilità di te che prima non conoscevi?

All’inaugurazione della mostra mi sentivo intimorito e in ansia perché pensavo di non essere all’altezza degli incarichi affidatimi, invece sono riuscito a coinvolgere i visitatori con la mia energia e li ho visti sorridere. Ho scoperto parti di me stesso che non conoscevo, ho vinto un po’ la mia timidezza e chiusura con gli adulti e ho acquisito più fiducia.

Descrivi con tre parole cosa significa fare volontariato?

Direi un’esperienza gratificante, significativa e formativa. Ci sono pochi momenti nella vita dei giovani in cui si parla di questa opportunità. Il coinvolgimento diretto nell’esperienza per una “causa” che sta a cuore è il modo migliore per avvicinarsi al volontariato. La nostra società si muove purtroppo se c’è un ritorno economico: bisogna cambiare visione e capire che, dal fare volontariato, si guadagna emotivamente.

 Quale messaggio vuoi lasciare ad amici e compagni?

Fare volontariato richiede impegno, consapevolezza che un piccolo gesto fa la differenza nella vita degli altri. Se vi trovate in una situazione di difficoltà, se vi sentite inutili o avete tanta energia da scaricare, potete investire il vostro impegno nel volontariato, conoscerete nuovi aspetti della realtà e ritroverete un po’ voi stessi.

Pensi di continuare a fare volontariato in futuro?

Sì, mi ha permesso di riflettere sulle prospettive future e sulla persona che voglio diventare: un adulto responsabile e d’esempio per i miei figli, insomma la migliore versione di me stesso.

 

Fiorella Mameli- docente volontaria AVAPO- Mestre  e Alice (studentessa Liceo Franchetti). Intervista ad Enrico

                                                                                                                                                                 

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